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STEMMA GIUDICATO DI CAGLIARI

GONFALONE CITTA' DI CAGLIARI
Breve storia della città di Cagliari (fonte sito Cagliariturismo.it)
Cagliari custodisce gelosamente la storia e la memoria delle antiche civiltà che qui si sono succedute. Nel corso dei secoli i popoli che l'hanno abitata sono stati così numerosi e diversi da infonderle un carattere aperto e accogliente verso il visitatore. Tra le sue strade il ricordo delle diverse civiltà: Punica nei resti della Necropoli di Tuvixeddu, la Karales Romana come testimoniato dal grandioso Anfiteatro, Bizantina con la Basilica di San Saturnino, Pisana con le alte Torri, fino ad arrivare alla Piemontese con il meraviglioso Palazzo Regio. Impronte e tracce millenarie si riscoprono tra le strette vie un tempo percorse solo da carri e carrozze.
Bastano pochi passi e, tra antichi e nuovi palazzi, d'un tratto si scopre l'emozione di monumenti affascinanti che raccontano la storia della città.
Osservando Cagliari dal mare, rimane tuttavia la suggestione di entrare all'interno di una città scenografica, facile da vedere per l'immediatezza dei panorami, e molteplice nel continuo variare dei punti di vista. Il sapore africano delle palme e del giallo calcareo viene stemperato da un architettura marcatamente occidentale, proprio il connubio di caratteri così distanti, rende la città unica nella sua molteplicità.
Fondata in pieno neolitico (6000-3000 A.C.), solo molti secoli dopo Cagliari diventa un'autentica città, grazie ai dominatori fenicio-punici, che ne sfruttano la favorevole posizione geografica al centro del Mediterraneo, per renderla un trafficato porto commerciale. Dopo la Prima Guerra Punica (III secolo A. C.), Cagliari passa sotto il dominio di Roma, della quale ancora oggi conserva importanti reperti e testimonianze, come l'Anfiteatro Romano e la Villa di Tigellio. Con il diffondersi del Cristianesimo, la città entra in contatto con personalità di rilievo come Sant'Agostino, per poi iniziare una fase di declino sotto iVandali e risollevarsi con il ritorno dell'Impero Bizantino, periodo questo caratterizzato dalla nascita dei Giudicati (IX-X secolo D.C), sorta di autonomie locali che permettono alle popolazioni dell'Isola una relativa indipendenza e autodeterminazione. Nel XIII secolo d.c., tuttavia, in concomitanza con il declino del Giudicato Cagliaritano, si insediano in città i Pisani, che fortificano la parte alta della città isolandola attraverso un sistema di bastioni e fortificazioni ancora oggi ben visibili nei quartieri di Castello, Stampace, Marina e Villanova. Nemmeno un secolo dopo però, nel 1324, è la volta degli Aragonesi i quali, unitisi più tardi alla corona Catalana, daranno vita al Governo Spagnolo, amministrazione che genererà un forte malcontento della popolazione. Solo nel 1717 con il trattato di Utrecht la situazione cambia. Dopo un inconsistente dominio austriaco, Cagliari e la Sardegna passano ai Savoia l'anno successivo, avviando un'epoca di grandi interventi urbanistici che gradualmente emancipano la città dalla condizione di città fortificata a favore di un più razionale sviluppo attraverso opere utili e di pregio. Dopo la Seconda Guerra Mondiale Cagliari vive una nuova vita: attorno al nucleo urbano di epoca storica comincia a nascere una nuova città che in soli 20 anni, dal 1951 al 1971, vede raddoppiare il numero delle abitazioni, attirando la popolazione delle aree circostanti e gettando così le basi della odierna area metropolitana. Oggi Cagliari appare come una città complessa, divisa tra il suo importante patrimonio storico-culturale ed il moderno, un capoluogo che tuttavia si è sviluppato negli anni in totale armonia con il territorio circostante che ne costituisce parte integrante e segno distintivo.

STORIA DELLA BANDIERA SARDA.
La bandiera dei quattro mori (Sos battor moros in sardo logudorese[1], Is cuattru morus in sardo campidanese[2], Li quattru mori in sassarese, Li cattru mori in gallurese, Els quatre moros in catalano[3], I quattru mói in tabarchino) è la bandiera ufficiale della Regione Autonoma della Sardegna.
Storicamente invece la fronte è rivolta verso l'inferitura. Di origine medievale, è composta dalla Croce di San Giorgio e da quattro teste di moro bendate, rappresentanti i 4 re saraceni sconfitti dagli aragonesi durante la battaglia di Alcoraz avvenuta in Spagna. È storicamente legata alla bandiera dell'Aragona e alla bandiera Testa Mora, della vicina isola della Corsica.
La più antica attestazione dell'emblema risale al 1281, al sigillo della cancelleria reale di Pietro III d'Aragona. Dopo che la Sardegna entra a far parte della Corona d'Aragona, tali sigilli vi giungono a chiusura dei documenti dei re Giacomo II (1326), Alfonso il Benigno (1327-1336) e Pietro IV (1336-1387); alcuni esemplari sono conservati nell'Archivio Storico Comunale di Cagliari.
In uno stemmario della fine del XIV secolo compilato in area germanica, lo stemmario di Gelre, lo stemma già appare riferito al Regno di Sardegna nell'ambito degli stati della Corona d'Aragona. Lo si ritrova in un altro stemmario forse di area lorenese (conservato nella biblioteca nazionale di Francia) e di datazione incerta ma sicuramente nel XV secolo. Nel 1509 in un altro stemmario portoghese (Livro do Armeiro-mor) la Sardegna è stranamente rappresentata solo con la croce di San Giorgio.
È solo dal tempo dei Re Cattolici e soprattutto dall'epoca di Carlo V che troviamo con frequenza i 4 mori come simbolo del Regno di Sardegna fra gli innumerevoli possedimenti dell'imperatore, fra i quali un libro stampato nella famosa stamperia Plantin di Anversarappresentante il corteo funebre dello stesso sovrano composta da alfieri e cavalli bardati con le insegne di ciascuno stato[4]. In Sardegna e su documenti sardi la prima sicura attestazione dello stemma è sul frontespizio degli atti del braccio militare del parlamento sardo, i Capitols de Cort del Stament militar de Serdenya stampato a Cagliari nel 1591[4].
In quest'epoca, ormai i ricordi delle lunghe e spesso fratricide guerre col Giudicato di Arborea andavano scemando, i coloni iberici si erano ormai inseriti col passare delle generazioni nella società sarda, divenendone parte integrante, l'inserimento in un'organizzazione politica in cui non solo la Sardegna, ma anche l'Aragona e la Catalogna erano delle piccole componenti, fecero sì che accanto all'adesione all'ideologia imperiale asburgica, si rinvigorisse anche il senso di appartenenza a quel piccolo stato rappresentato dai quattro mori.
Durante i secoli i quattro mori della bandiera o dello stemma furono raffigurati in diverso modo: senza benda, con benda sugli occhi o sulla fronte, a destra o a sinistra, o coronati, senza mori, a colori invertiti; ciò secondo i gusti dell'artista incaricato, come quello che, sotto la guida di Diego Velázquez e Francisco de Zurbarán, li effigiò nel Palazzo del Buen Retiro a Madrid. Per tutto il periodo delle monarchie iberiche l'originale disegno della bende sulla fronte viene rispettato.
Stemma settecentesco del Regno di Sardegna - dinastia dei Savoia
Durante il Regno di Sardegna sabaudo, alla metà del Settecento, si stabilì invece un'iconografia che continuò a perdurare fino al 1999, benché presentasse l'errore di porre la benda sugli occhi dei mori: bandiera di San Giorgio, con in ogni quarto una testa di moro, in direzione dell'inferitura. Lo stemma del Regno di Sardegna porta chiaramente i quattro mori con la benda in fronte, quale serto regale. La benda sugli occhi compare nel 1800: probabile un errore di un copista o un voluto "errore" in segno di protesta.
Nel 1952 lo scudo dei quattro mori bendati negli occhi divenne bandiera ufficiale della Regione autonoma ed ornava inoltre il suo gonfalone (decreto del Presidente della Repubblica del 5 luglio 1952)[5]. Nel 1999 un'apposita legge regionale cambiò i Quattro Mori della bandiera, derivati dalla versione del Regno Sardo-Piemontese, a forma in cui si presentano in un quarto dello stemma d'Armi della comunità autonoma spagnola di Aragona, cioè con la benda posta sulla fronte [5]. A differenza della bandiera aragonese, tuttavia, i mori dal 1999 hanno i loro sguardi opposti all'inferitura.
Secondo alcuni, la bandiera deriverebbe dalla vittoria di Alcoraz del 1096, sarebbe legata alla Corona d'Aragona, e rappresenterebbe la Reconquista spagnola contro i Mori che occupavano buona parte della penisola Iberica, infatti è composta dalla croce di San Giorgio, simbolo pure dei crociati che combattevano gli stessi mori in Terra Santa, e le quattro teste mozzate rappresentavano quattro importanti vittorie conseguite dagli aragonesi in Spagna, rispettivamente la riconquista di Saragozza, Valencia, Murcia e le Baleari.